martedì 7 agosto 2018

Escursione notturna Gambarie - Montalto

E' un turbinio di emozioni camminare nel bosco, di notte. C'è l'atavica paura del buio, pesto, stranamente più forte vicino alla civiltà, alle ultime case, alle ultime strade battute. La si avverte nell'aria questa paura, nelle tremule luci che attaccate alle nostre teste solcano e varcano la porta del bosco. La si avverte nei silenzi, seguiti all'ascolto del richiamo di una civetta, nel crepitio delle foglie al di là della nostra visuale, lì nel buio di fianco a noi. 
I sensi si amplificano solcando e fendendo il buio della notte: si amplifica l'udito pronto a rimandare ogni crepitio alle nostre spalle all'immaginazione di essere seguiti da esseri mitologici, mostri ciclopici pronti a ingoiarci; si amplifica l'olfatto inondato dagli odori di terra bagnata, di faggio, di felce, dall'odore di ginepro così forte da farti pizzicare le narici. Lo senti in bocca il ginepro, ti invade, ti ipnotizza iridescente con le sue bacche cobalto quasi violate dai raggi di luce lunare che vi si riflettono. 
L'Albara un toponimo di quell'Aspromonte poco conosciuto, lontano dal fragore del tempo e perciò senza tempo. Lì il viandante del cuore della notte si perde sotto un cielo trapunto di stelle, sdraiato in quel prato circondato di abeti accarezzato da milioni di puntini luminosi la cui luce ha viaggiato nel vuoto violando il tempo stesso, prima che il tempo stesso esistesse. Ci si fonde con il bosco violandolo di notte, si diventa parte di esso, con esso e per esso. 
Mi piace pensare che, forse, proprio in quel momento le parole di San Paolo appaiono più chiare: "finché Dio sia tutto in tutti". Lì, durante la notte, la nostra notte, queste parole si sono arricchite di un nuovo significato.








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