mercoledì 25 maggio 2022

CHIESETTA BIZANTINA DI SANT'ILARIO

Sulle colline che affacciano su Lazzaro sorgono i resti della chiesetta bizantina di Sant’Ilario. Pochi brani di muro a testimoniare una storia vecchia come il tempo. Permangono antiche testimonianze di civiltà contadina, rintracciabili con cura, lontane dal fragore e dal chiasso moderno. 






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PAPPAGALLI VERDI

La guerra è necessario conoscerla per poterla narrare e Gino Strada, medico, la conosce bene. “Chirurgo di guerra” come si definisce il fondatore di Emergency ci porta attraverso le pagine di “Pappagalli verdi”, dentro i principali conflitti che insanguinano il pianeta, il cui sangue non è quello dei guerriglieri ma quello dei bambini dilaniati dalle mine. È un libro, quello di Strada, che si legge d’un fiato e lascia l’amaro in bocca: infatti, è proprio durante quel “fiato” che un bambino nel mondo è dilaniato da un ordigno probabilmente costruito in Italia. Unica nota negativa: la qualità scadente della ristampa.


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domenica 22 maggio 2022

La restanza - Vito Teti

“La restanza” di Vito Teti è uno di quei libri che dovremmo leggere tutti: un’intima indagine sul “sentimento” che spinge non sono a rimanere in un luogo, donandogli un “senso”, ma a far si che anche chi si spinge lontano dal luogo natio porti dentro di sé le tracce, le orme e le ombre del proprio paese, di fatto non allontanandosi mai davvero. È un viaggio il libro di Teti che attraversa le tradizioni ultime delle nostre terre: quella del pane, conservato nella dispensa per i giorni a venire detto appunto il pane della “restanza” (p.30) o quella del culto dei morti a volte talmente sentito da spingere alcune persone a preparare una lapide con la sola data di nascita in quanto ancora in vita (p.127). È un’indagine sociale e politica “l’assai è come il niente” strenua condanna all’ipertrofia del capitalismo moderno attraverso il quale ogni cosa perde di interesse in pochissimo tempo condannandoci al più oscuro nichilismo dei valori (p.33). È inderogabile difesa della cultura e dei valori che vedono nella scuola, nei centri e nei luoghi di socialità gli ultimi e indispensabili baluardi per garantire un futuro ai piccoli centri (p.50). Compratelo, leggetelo, sottolineatelo e conservatelo il libro di Teti, potrebbe servirsi come un faro contro il buio sempre più incombente.


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sabato 14 maggio 2022

SAN GIORGIO MORGETO

Citando le parole di Tullio De Mauro (1997) “l’Italia è il paese dei paesi, della cui grande varietà e ricchezza si dovrebbe fare un inventario” e oggi abbiamo visitato uno dei paesi che affacciano e dominano la Piana di Gioia Tauro: ci siamo persi tra le strette viuzze di San Giorgio Morgeto, paese antico e ricco di tradizioni. Intenti a salire e fotografare le tante gradinate che lo arricchiscono e caratterizzano, abbiamo incontrato Simone: un giovane artigiano-artista maestro vetraio che ci ha felicemente accompagnato e fatto da Cicerone. 






Senza di lui non saremmo riusciti a scoprire la “Gradinata Beffarda” con la folkloristica storia di Morgana ma che invece nasconde quella vera, ancora più bella, che riconduce al puro “senso dei luoghi” e a un uso antico e rurale: costruita in maniera “beffarda” per consentire l’agevole discesa dei muli; oppure, il “Passetto del Re” ovvero, con i suoi 40 cm, il vicolo più stretto d’Italia. Simone mantiene viva l’arte della lavorazione del vetro e nella sua bottega-laboratorio, che conserva tanto di quella magia dei vecchi mestieri, ci ha fatto perdere tra i colori e i tagli del vetro. 




Abbiamo potuto spiare all’interno di Palazzo Fazzari costruito immediatamente dopo il grande terremoto del 1783 che mantiene intatto lo stile napoletano-borbonico e scoprire i tanti “baari” ovvero, stretti vicoli coperti da un tetto o un balcone. Il nostro curiosare ci ha portato a vedere anche una caditoia “particolare”: uno dei primissimi bagni pubblici posizionato proprio all’interno di un “baari”.






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venerdì 13 maggio 2022

PER UN CONGEDO PARENTALE UNIVERSALE


Parlando con mia moglie della vicenda di Elisabetta Franchi, la quale non assumerebbe donne perché problematiche, riflettevamo su quanto la posizione delle donne lavoratrici, che decidono di diventare madri, sia complicata anche oggi che corre l’anno 2022. La donna di fatto ha diritto all’assegnazione, per legge, del congedo parentale obbligatorio (che può essere usufruito secondo diverse modalità) in genere per un tempo massimo che non eccede mai i 5 mesi dopo il parto. Le donne, di fatto, sono discriminate da una norma che dovrebbe tutelare loro, il bambino e la famiglia. Perché dovrei assumere una donna con il rischio che questa mi manchi per mesi e mesi quando potrei assumere un uomo e cavarmela con 10 giorni?. Ragionamento discriminatorio, certo, ma assolutamente logico. È discriminatorio nei confronti di entrambi i genitori: l’una è discriminata professionalmente, mentre l’altro appare discriminato affettivamente vedendosi riconosciuti solamente una manciata di giorni. Per questo, avanzavo l’ipotesi che il congedo parentale debba essere uguale per entrambi i genitori: senza alcuna differenza. La genitorialità non adduce, infatti, alcuna differenza nei confronti del minore; pertanto, lo stesso dovrebbe essere sul piano affettivo. Perché un uomo dovrebbe voler passare  meno tempo con i figli rispetto alla madre? Non è forse vero che ci sono padri che si alzano la notte per la poppata, che cambiano i pannolini, che passeggiano durante le coliche? Allora perché il tempo è ripartito in maniera così diseguale? Il congedo parentale dovrebbe, a mio avviso, essere della stessa durata per entrambi e obbligatorio. Verrebbe così a decadere ogni discriminazione lavorativa in quanto assumere una donna o assumere un uomo non comporterebbe alcun rischio per il datore di lavoro, sarebbe difatti la stessa cosa. Mi ha fatto molto piacere pertanto, leggere che quello che era il mio pensiero è stato anche quello dell’On. Erasmo Palazzotto (in forze al PD) che, assieme ad altri parlamentari, ha avanzato una proposta proprio per colmare questo vuoto: la genitorialità è uguale per entrambi i genitori, così come dovrebbe esserlo anche il congedo parentale. Per l'On. Palazzotto (idea assolutamente che condivido) la vera disparità è concedere un trattamento diverso alla donna; trattamento che genererebbe discriminazione verso quest’ultima. La strada verso una genitorialità universale è ancora in salita ma piccoli gradini vengono costruiti ogni giorno. La politica e la cultura debbono, a mio avviso, svolgere in questa fase un ruolo di volano verso i diritti di entrambi i genitori perché la tutela della famiglia passa necessariamente attraverso: mamma, papà e i propri figli.  

Qui il link:


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SINDACI DI PELLARO

Presso il centro civico "Cardea", ubicato negli uffici del primo piano, è presente la pergamena recante i nomi di tutti i Sindaci di Pellaro. 



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giovedì 12 maggio 2022

mio figlio non sa



Mio figlio
si stupisce del mondo,
apre la bocca e
ha lo sguardo profondo

chissà che immagina:
forse cammelli? dune
e un gatto; socchiude gli occhi
e li riapre di scatto;

mio figlio non sa
di altri bambini
che sognano un cielo
e un mondo senza confini

e invece vagano
coi loro pupazzi
sotto un cielo che piange,
tra macerie e vestiti di stracci.

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martedì 10 maggio 2022

Erranza Faggio del Re - Passo dell'Abate

I boschi hanno un loro naturale modo di accoglierti: il silenzio. L’erranza nelle faggete delle Serre è sempre come un ritorno a qualcosa di già conosciuto, di ancestrale: è un ritorno allo Spirito. Il bosco è madre terra, un enorme vulva umida di pioggia che ci accoglie e trattiene. È un orgasmo naturale e ripetuto tra i silenzi e lo scrosciare di quei torrenti che si uniscono e dividono per poi riunirsi e diventare un solo pianoforte, un organo, un flauto che suona. L'erranza comincia nei dintorni dell'abitato di Fabrizia in contrada Serricella dove si trova una bellissima oasi naturalistici, e poi lungo sentieri (segnati) si snoda all'interno di faggete. Rari gli abeti bianchi, perlopiù coperti da una miriade di licheni, che è possibile osservare. Nelle giornate uggiose compagni viandanti saranno le moltissime Salamandre che popolano questi boschi dagli enormi cuscinetti musciosi. 










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lunedì 2 maggio 2022

SCILLA

Il toponimo scylla ("cagna") richiama un misterioso mostro che sarebbe il responsabile di tempeste scatenatesi sul mare che determinarono la fine di molti naufraghi. Descritta da Strabone come uno scoglio simile a un'isola, Scilla mantiene tutt'ora i tratti di questo paesaggio. I suoi pochi abitanti furono degli abili navigatori e conoscitori delle rotte, notizia questa confermata da San Girolamo. Il piccolo borgo è caratteristico con strette viuzze e case addossate. Numerose le piazzette interne, ben curate, che meritano di essere viste. Del quartiere Chianalea ne parlerò in un altro post. 

Statua della Trasformazione di Scilla

Lo scultore ha scelto il bronzo per rappresentare Scilla nell’esatto momento della sua metamorfosi in mostro. Le sue gambe si stanno trasformando in lunghe diramazioni, simili a serpenti, che terminano in teste di cane dai denti aguzzi, tutte tranne una che diventa un pinna. Il braccio destro della povera ragazza si allunga verso l’alto e con la mano Scilla si afferra la testa in un gesto di evidente disperazione. Il braccio sinistro è abbandonato lungo il busto, la schiena è inarcata, tutte le linee della scultura mostrano tensione. La sofferenza della ragazza per la punizione inaspettata che sta subendo è lampante.

Monumento ai Caduti

Fu realizzato nel 1960 dall’artista Carmine Pirrotta. e collocato in piazza al centro del paese con forma trapezoidale è collocata su tre gradini in marmo. La base è rivestita da lastre in marmo recanti, incisi, i nomi dei caduti. La stele è suddivisa, nelle tre facce frontali, in nove riquadri, tre per lato, raffigurati in rilievo, scene di guerra.











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Per approfondire:

Monumento ai Caduti

Statua della Trasformazione di Scilla