In località Testa di Cane a Pellaro si trova, in stato di totale abbandono e parzialmente demolita per far spazio ai morti (hanno ampliato il cimitero) quello che resta della batteria antinave Conteduca.
Tutta l'area si presenta totalmente degradata usata, per lo più, come "fine" discarica di fiori rinsecchiti e materiale cimiteriale. Inoltre, a causa dei lavori di ampliamento dello stesso cimitero parte degli inerti è stata svuotata all'interno delle scale di accesso alle parti ipogee (depositi), che dunque non sono più visitabili.
Rimangono le piazzole di tiro semidistrutte dalle bombe del 12 luglio 1943, e oggi completamente ricoperte dalla vegetazione. In una sola è possibile apprezzare la bullonatura dove era ancorata l'artiglieria. Una delle sezioni più importanti, e che oggi ancora permane in parte, era il fortino monoarma, molto probabilmente armato di una sola mitragliatrice pesante, è caratterizzato da una forma geometrica cilindrica molto spartana alla quale si aggiunge una struttura cubica ben più piccola adibita a deposito munizioni. Resta ancora parte dell'edificio mensa ma senza il tetto.
Non c'è più la garitta, distrutta o asportata in anni recenti. Tutte le scritte che insistevano sugli edifici e che servivano a impolpare il morale dei soldati e esaltare il regime fascista sono di fatto illeggibili. La piazzola, a quota inferiore, non è più fruibile ne visitabile.
L'intera aerea fu demilitarizzata negli anni '80, così come tutte le postazioni militari della zona. Nell'area cimiteriale, delimitata da muro, erano insiti altri edifici militari con relative attinenze, come si può dedurre dalle foto scattate dalla RAF ricognizione aerea inglese nel luglio del 1943. L'edificio Comando e la torre Telegrafo si trovano nei pressi del cimitero ma in un'area diversa.
Presso la postazione Conteduca insisteva l'unico muro d'ascolto ancora esistente in terra calabra. La postazione di Pellaro chiudeva l'accesso allo stretto assieme alla dirimpettaia batteria di Margottini situata a Capo d'Alì (ME) e di eguale potenza bellica.
La batteria si componeva di tre piazzole per impianti principali da 152/50 V 909 scudati su piedistallo in piattaforma girevole, più una quarta per 120 mm utile al tiro illuminante (che non escludeva l’uso del proiettore). Le piazzole erano tutte dotate di riservetta munizioni di pronto impiego in locale ipogeo, le quali salvo per il pezzo illuminante, presentano tre nicchie senza i vani per la conservazione dei cartocci, in quanto i pezzi sparavano direttamente granate in bossolo. La disposizione delle piazzole è tipicamente scalata in quota per facilitare il telemetraggio e la resa del goniometro, con la stazione di direzione del tiro dislocata in posizione arretrata ed elevata, in modo da dominare l’intero schieramento di artiglieria.
fonte:
- https://www.facebook.com/share/p/j48nnhTrxYdeQQLi/ di Marie Antoinette Goicolea- http://www.lambadoria.it/bunker/margottini/index.htm di Armando Donato
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