Il trittico si trova nella chiesa di San Nicola nella parte alta del paese di Galatro. Facilmente raggiungibile in macchina.
Le statue che compongono il trittico, da sinistra a destra, raffigurano San Giovanni Battista, Santa Maria della Valle e San Giovanni l'Evangelista. Giovane abbastanza forte, ben conformato nei particolari somatici e perfetto nelle proporzioni anatomiche, appare il Battista. La pelliccia che lo copre dall'addome fin sopra le ginocchia ricorda la prima giovinezza del Santo allorché abbandonò la seducente mondanità per la solenne quiete delle selve e per le convinte predicazioni. Sereno nel volto, il Battista con ambo le mani regge il libro che ha poggiato sul fianco sinistro mentre ha lo sguardo fisso verso un punto lontano. L'artista ha, forse, voluto fermare nel marmo l'espressione che il Battista aveva nel momento in cui è andato incontro al Divin Nazareno. Un agnello, appena sbozzato, è sul lato sinistro del basamento.
Nella nicchia centrale è la Vergine col Bambino a cui, in onore del Vescovo-mecenate fondatore della Chiesa, è stato dato il nome di Santa Maria della Valle. La figura della Madonna - col volto piccolo, dolce, dalla fronte ampia e luminosa, con sopracciglia appena accennate, le palpebre chinate, quasi a velare lo sguardo, un lieve sorriso che non schiude le labbra ma che fa intravedere una infinita pace interiore - appare quanto mai delicata.
Dal centro della fronte due ciocche simmetriche di ondulati capelli si dipartono, incorniciando il volto, mentre il capo è coperto dal velo che scende sulle spalle e che le fascia, fino a lasciar congiungere i lembi sotto i piedi del Bambino, che sorregge sull'avambraccio sinistro. Il Bambino Celeste, completamente nudo, alza il braccio destro benedicente verso la folla. La statua poggia su uno scannello esagonale a facce rettangolari. Tre di queste facce sono istoriate da altrettanti bassorilievi.
Nel primo, quello centrale, è rappresentata la nascita di Gesù (con la stalla, Giuseppe e Maria, un pastore sull'estrema destra, le pecore, l'angelo, l'asino, il bue e, naturalmente, adagiato sulla paglia, il Redentore Neonato). Sul lato sinistro c'è l'Annunciazione: un angelo si genuflette con un giglio in mano; sul lato destro è, invece, raffigurata la Madonna che, inginocchiata, riceve lo Spirito Santo sotto le allegoriche sembianze di una colomba.
L'ultima statua, quella di San Giovanni Evangelista, è sicuramente la più importante e la più riuscita dal punto di vista artistico. Robusto e forte, l'Evangelista lascia trasparire il travaglio interiore attraverso alcuni dosati colpi di scalpello che sembrano abbiano scavato il volto. Con la testa leggermente chinata e girata verso destra, il Santo fissa il suo pugno chiuso. Perchè? Riteniamo che in quella mano San Giovanni reggesse una croce e sollevandola in maniera decisa, a quanti si accostavano a lui per sentire la parola evangelica, la mostrasse come la bandiera della nuova Fede. Per questo, a guardar bene, nei suoi tratti somatici sembra leggere l'invito a seguire quella croce che, sul Golgota, è diventata il simbolo di un grande olocausto. (Se la nostra intuizione è fondata, non riusciamo a spiegarci il motivo per il quale, dopo il terremoto del 1783, nessuno abbia più provveduto a rimettere nella mano del Santo Evangelista una croce di legno!). La mano sinistra (assai simile a quella del Battista anche nella posizione del pollice e dell'indice) regge un grosso volume che, poggiato sul fianco, simboleggia certamente la sua Apocalisse, i Vangeli e le Epistole. Ricercato è il drappeggio della tunica e del manto.
foto: Francesco D'Aleo © 2023
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