domenica 8 settembre 2024

28 GIUGNO 1943 - BOMBARDAMENTO SU PELLARO


Cari amici,
a Pellaro vi è una via dedicata al 28 giugno 1943 giorno che, stando a quanto raccontato, la frazione fu colpita da un bombardamento anglo-americano che causò la morte di otto persone (sei pellaresi e due sfollati dalla città).
 
Dalla testimonianza riportata nel libro di Vincenzo Zeffiri: "Una notte, alcuni aerei inglesi, sono piombati su Pellaro e disturbati dal fuoco della contraerea, hanno sganciato le loro bombe in una zona della località San Giovanni..." e ancora "in una casa colonica dormivano circa quaranta persone e in una baracca adiacente ne dormivano altre nove. Una bomba cadde a fianco della baracca causando la morte di nove occupanti. Si era salvato, miracolosamente, solo un bambino, la cui culla, capovolta dallo spostamento d'aria gli ha fatto da scudo."
 
Nella tragedia persero la vita:
Domenico Polimeni, la moglie Maria Malara e i loro figli Francesca e Consolato Polimeni; Giovanni Marcianò e la moglie Angela Delfino; Giuseppe Campolo e Carlo Balsamo.
 
Agazio Trombetta nel suo volume "Con Reggio nel cuore" riporta che nella notte tra il 28 e il 29 giugno 1943 numerosi aerei sganciarono le loro bombe incendiarie e dirompenti nella zona sud della città, colpendo in località Quattronari.
(fonte: Toponomastica di Pellaro - Giovanni Marcianò e Giuseppe Cantarella)

Questi i fatti narrati. Come si è risaliti alla data del 28 giugno? È certa? Ci sono fonti documentali consultabili? Infatti, da documentazioni accessibili on-line non risultano bombardamenti nei giorni indicati da parte della RAF o delle forze Alleate. Gli unici bombardamenti, che è possibile conoscere con certezza, sono quelli del 20-21-22 che causarono la morte complessiva di 72 persone (e colpirono varie zone della città) e del 29 giugno che colpì l'aeroporto non causando vittime.

A queste domanda hanno risposto Maurizio Postorino, Giuseppe Diaco e Giovanni Marcianò che mi hanno indicato le fonti, le storie e soprattutto il sito del Ministero dove è possibile consultare i registri di morte (che allego). 

Tra luglio e agosto Reggio subì otto grandi incursioni, che spinsero le persone ad abbandonare la città. L'ufficiale Giorgio Chiesura scrisse nel suo diario che "Reggio è distrutta e sono impressionato dalle sue strade vuote"; all'inizio di settembre, solo 17.000 dei 110.000 abitanti di Reggio vivevano ancora in città. All'inizio di settembre Reggio subì anche bombardamenti navali in preparazione dell'operazione Baytown. La contraerea era posizionata nella postazione Conteduca nell'attuale cimitero di Bocale, ne parlo qui ->

Sarebbe bello, conoscere, il bambino che si salvò dal bombardamento (se ancora vivente). Se qualcuno ne conosce le generalità si faccia avanti.

Qui il bollettino del 29 giugno 1943:

Bollettino n. 1.130
Il Quartier Generale delle Forze Armate comunica in data 29 giugno 1943:
Velivoli germanici da combattimento hanno agito con favorevoli ri­sultati sugli impianti del porto di Pantelleria.
Livorno, Reggio Calabria, Messina ed altre località. della Sicilia e della Sardegna sono state bombardate dall’aviazione nemica: ingenti i danni subiti dalla città di Livorno, in corso di precisazione le per­dite delle popolazioni.
Nove velivoli venivano abbattuti dalla caccia nazionale: 6 in Sar­degna e 3 a Livorno; 9 distrutti dalle artiglierie contraeree: uno in Sardegna, 4 in Sicilia e 4 a Livorno, dei quali 2 caduti in mare al largo dell’Ardenza, uno nei pressi di Tombolo e uno nei boschi di Salviano.
Un altro aereo avversario, colpito dalle batterie della difesa delle Isole Ione, precipitava in mare.
Nelle incursioni citate dal bollettino odierno, sono state finora ac­certate:

— 175 morti e 300 feriti a Livorno;
14 morti e 52 feriti a Reggio Calabria;
— 4 feriti a Messina.

Nelle foto: la targa di titolazione; un bombardamento navale su Reggio; la postazione Conteduca a Bocale.














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[Questo lavoro è concesso in licenza con CC BY-NC-ND 4.0. Per visualizzare una copia di questa licenza, visitare https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/ ] Foto: Francesco D'Aleo


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