In data 22 giugno 2021 abbiamo visitato i ruderi del complesso monastico di Sant'Elia "vecchio" in località Corda, Curinga. Poco si conosce del monastero, probabilmente edificato dai monaci basiliani intorno all'anno 1000. Della stessa epoca è databile un immenso Platano orientale conosciuto come Platano di Vrisi, in località poco distante e facilmente raggiungibile attraverso un'agile percorso.
Questa la descrizione dal sito FAI:
"Il complesso architettonico comprende i resti del “Sancta Sanctorum”, un vano a pianta quadrata chiuso da una cupola in buono stato di conservazione; sono ancora visibili i resti della navata e dell’antico cenobio. Il monastero, prima Basiliano, passò ai Carmelitani nel 1632 ed essendo diventato eremo prima dell’arrivo dei carmelitani, si configura come un unicum per i resti della chiesa munita di una notevole abside sormontata da una cupola in pietra, con evidenti richiami all’architettura armena. Nell’interno dell’abside, alla base della cupola, esiste un fregio a carattere curvilineo. Più in basso, tra il quadrato e il cilindro si trova una fascia di blocchi di pietra arenaria scolpita con un bellissimo motivo “a treccia”, con nastro concavo a “bottone” convesso. Gli scavi del 1991 hanno permesso di individuare all’interno del complesso la cella del priore, il corridoio centrale e il cellare. Tra gli altri locali è venuta alla luce, al piano terra, la Cappella di S. Elia."
(https://www.fondoambiente.it/luoghi/monastero-si-sant-elia-vecchio)
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Foto: Francesco d'Aleo, 2021
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