Poiché sono un “piede caminarolo” oggi sono stato alle pendici dell'Aspromonte a visitare, per la seconda volta, il bellissimo borgo di Podargoni. Per un trekker a cui piace conoscere i borghi, quasi dimenticati e sicuramente spopolati (vi abitano in estate solo 20 persone), è una tappa da non perdere. La camminata è cominciata nei pressi del piccolo parcheggio proprio a ridosso del paese e imboccando la stradina che si presenta di fronte si è catapultati nella storia del primo novecento: la bellissima fontana a due cannelli a forma di testa di leone ci da il benvenuto. Proseguiamo attraverso vicoli e stradine immergendoci sempre più nella storia del posto, immaginando la vita di di un secolo fa. Poco più avanti rispetto alla fontana si presenta un'abitazione di “un signorotto”, probabilmente la più antica di tutto il paese, infatti i mattoni pieni di spessore ridotto collocano il manufatto intorno al '700. I segni del passato regime fascista sono sparsi per le vecchie casupole del paese: alcune le immagini, presenti sulle facciate, appaiono ben conservate mentre su altre si abbattuta la scure dell'ignoranza e della rivalsa, scalpellando e distruggendo le effigi. Nota dolente la chiesa: davvero un pugno nell'occhio. Distrutta dall'imponente bombardamento del 1943 è stata ricostruita nei tardi anni '60. All'interno, che abbiamo potuto visitare per la gentilezza di una signora che conserva le chiavi, è custodita una bellissima statua in monoblocco di marmo dello scultore Rinaldo Bonanno, rappresentante una Madonna con Bambino e datata 1587. Da una viuzza secondaria si snoda un sentiero che percorrendo sull'argine destro il corso della fiumare del Gallico conduce a due mulini: il mulino del Principe e il mulino Limiti, quest'ultimo da poco ristrutturato. Purtroppo per raggiungere il secondo il percorso si fa impervio e talora poco percorribile a causa della fitta vegetazione. A ridosso del mulino è stata creata un'area pic-nic ora pressoché in totale abbandono. Abbiamo tentato di proseguire alla ricerca della grotta di San Silvestro, che fu Papa, ma senza raggiungerla a causa della precarietà del calpestio e per i tempi ridotti che avevamo a nostra disposizione. Ritenteremo.
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