martedì 9 aprile 2024

ERRANZA TRA I GIGANTI DI SIMMERINO


Mentre camminiamo in questa fortezza di maestosi pini: siamo soli. Ci avviciniamo e scambiamo qualche pensiero e poi di nuovo il silenzio, siamo gli estremi di una fisarmonica stirati dal passo del nostro cammino. In realtà, i maestosi Pini ci sorvegliano e ci accompagnano nei nostri passi e ci parlano attraverso gli scricchiolii del legno dei loro fusti, lo stormire delle foglie sprimacciate dal vento, c’è il picchiettio di un picchio in lontananza: stiamo, dunque, camminando all’interno di una poesia. I primi chilometri ci sorprendono fulgenti raggi di sole che violano la volta della foresta per colpirci e poi i muschi aulenti con le loro capsule che portano su esili fili per nascondere il segreto più grande. Camminiamo, circondati da giganti contorti che sono centinaia di anni di sole, acqua, zucchero. Su un vecchio pero che costeggia la mulattiera la corteccia è ricoperta di licheni: rossi, gialli, grigi, verdi, neri. Un arcobaleno di vita. Tra questi uno è verde acqua, pendulo, ricco di piccole coppette proiettate al cielo. Lo accarezzo piano: è un essere immenso che è unione di due esseri che per vivere si sono intrecciati e hanno bisogno l’uno dell’altro. A giudicare dalla grandezza avrà cinquanta forse cento anni, un essere vetusto, lento, riflessivo, bello. Un essere semplice e perciò poetico. Ci siamo riempiti di bellezza e poesia.
















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