Cari amici,
vi invito a leggere questo saggio di Byung-Chul Han, attualmente uno tra i maggiori filosofi viventi, dove viene affrontato il tema dell'animal laborans e di come la nostra società ci abbia tradito e di fatto schiavizzato attraverso il lavoro.
La società moderna annienta, in quanto società del lavoro, ogni possibilità di azione, poiché degrada l’uomo ad animal laborans.
L’uomo non è nato per il lavoro. Chi lavora non è libero. Per Aristotele, l’uomo libero è qualcuno che è indipendente dai bisogni della vita e dalle sue costrizioni. A sua disposizione ha tre forme di vita: in primo luogo, la vita che si rivolge al piacere delle cose belle; in secondo luogo, la vita che realizza bei gesti nella polis; infine, la vita contemplativa, che – mediante l’indagine su ciò che è eterno – si mantiene nel regno della bellezza perpetua. Realmente liberi sono, perciò, i poeti, i politici e i filosofi.
Per mancanza di calma la nostra civiltà sbocca in una nuova barbarie. In nessun’epoca si attribuí maggior valore agli attivi, cioè ai senza riposo.
Pertanto, amici, vivete.
HIC ET NUNC
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