domenica 20 agosto 2017

Gambarie - Montalto in notturna



Siamo noi le luci tremule nella notte dell’Aspromonte.
Non siamo mille né cento stavolta siamo quattro.
Camminiamo passo dopo passo su un sentiero inondato di bosco, sì del profumo del bosco quello vero quello di foglie bagnate. Camminiamo nella notte delle notti, senza luna da farci da nocchiere ma mille e mille e mille stelle a velarci il capo come a non esser degni di tanto splendore. Voltiamo sui sentieri dell’Aspromonte facendoci inondare dalla magia della notte che abbraccia i faggi e i castagni, che rende le querce più maestose. Ogni rumore è tremitio di luci in ogni direzione. Camminiamo lenti ora più spediti e saliamo arditi pendii rocciosi, letti di torrenti avventizi che slavano il terreno dopo ogni pioggia.
L’Aspromonte e i suoi torrenti che torrenti non sono o lo sono ma dalla memoria troppo corta. Ricordano noi i calabresi facili alle piene improvvise e alle lunghe seccate. 


Quasi senza rendercene conto siamo fermi: Puntone dell’Albara. Ci sdraiamo tra il verde che circonda i ginepri. Il cielo è immenso, una volta stellata senza poeta e senza pittore, incanta rapisce e stordisce. Orione, le Pleiadi e l’Orsa Maggiore e poi le stelle cadenti una due tre non le conto più. 


Ripartiamo siamo quasi in cima, pochi metri un ultimo strappo ed ecco siamo a Montalto. “Strada veloce o strada dolce?” “Dolce” senza esitare. Saliamo saliamo e saliamo ancora, ogni tanto mi volto e due luci mi seguono. Arriviamo, siamo in cima ecco il Redentore.
Trattengo il fiato in un lungo silenzio chiedo perdono.
Il vento soffia e il rosario che qualcuno ha messo in mano si stira, balla sembra un respiro.
Andiamo.
Una due tre forse cinque tende. C’è gente che dorme. “Ci avranno sentito?”, ci sdraiamo di nuovo senza tetto ma coperti di nuovo dalla volta stellata quella della vetta dell’Aspromonte.


Mi infilo nel sacco a pelo, chiudo gli occhi e poi li riapro una due tre mille volte per ripetere all’infinto lo stupore. Mi addormento.
E’ quasi l’alba una falce di luna taglia il cielo che comincia a schiarire. Odoriamo di fumo, del fumo del fuoco acceso a pochi passi per scaldarci. L’odore del fumo della macellazione del maiale.
La falce schiarisce ed eccone un’altra rossa di fuoco.
Ora è una palla, inonda di luce il cielo scompare la luna le stelle e il firmamento.
Adesso son sveglio.
E’ l’alba di un altro giorno.


Gambarie - Montalto
notte tra il 19/20 agosto 2017

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