lunedì 28 marzo 2016

Escursione naturalistica Pellaro - San Niceto

Necessito di sfuggire dalle brutture quotidiane, e il mio svago è la natura che come una culla mi accoglie. Libero tra le mie piante, tra i miei animali lascio dietro l'abominio che l'umanità è capace di partorire ogni giorno, senza fine. Oggi lunedì di Pasquetta con un fidato e vecchio amico (in due si cammina meglio, si va più veloci e si sentono sicuramente meno sciocchezze) ci siamo riversati in quella natura che poco sopra vi dicevo. Il percorso scelto non è proprio dei più semplici, 20 km di cui più della metà in salita. Da Pellaro al Castello di San Niceto, Paterriti. Le nove sembrano un ottimo orario per cominciare la nostra camminata, che so da subito essere in stile naturalistico. Tutto infatti è un esplosione di colori e odori, che immediatamente ci inonda e ci circonda. 


Poco dopo la partenza il panorama che ci si mostra è da togliere il fiato, lo stretto di Messina con una visuale che spiazza da Catania a capo Peloro. Una visione mozzafiato accompagnata da un sottofondo particolare, il brontolio dell'Etna.


Le escursione offrono la possibilità di conoscere le bellezze naturalistiche che si incontrano lungo il percorso. Conoscere una pianta, dargli un nome è riconoscere il suo "status" di vivente, è dargli importanza. La tutela passa necessariamente attraverso la conoscenza. In foto Anemone hortensis L.


Non ho potuto resiste dal farmi fotografare accanto alla mia orchidea preferita: Orchis italica. Ne abbiamo incontrate diverse lungo il nostro percorso, talora veri e propri prati costituiti da decine di entità. 


Per la prima volta nella mia vita ho incontrato questa meravigliosa pianta, che anni fa studiai all'università e che è raffigurata nel logo dell'Orto Botanico di Messina. Si tratta di Fritillaria messanensis entità floristica protetta e abbastanza rara. Presente solo in Sicilia e nella bassa Calabria. 


Se dovessi scegliere una foto che più di tutte ha rappresentato le emozioni e i profumi di questa "passeggiata" dovrei necessariamente optare per questa. Una distesa di margherite che inondano i nostri sensi; olfatto e vista in un tumulto di odori, in un trionfo di colori. 


Proprio qualche giorno fa mio fratello mi chiedeva se mai durante le mie "peregrinazioni" avessi visto una talpa. La risposta era stata no e fino a stamattina era cosi. Purtroppo l'incontro non è stato dei più felici, soprattutto per la talpa che ahimè era passata a miglior vita. La specie è Talpa romana.  


Un'altra pianta che non mi stancherò mai di fotografare è l'Ombelico di Venere, Umbelicus rupestris una carnosa appartenente alla famiglia delle Crassulaceae. L'attacco del picciolo della foglia cade proprio al centro di essa creando una sorta di cavità che ricorda appunto un ombelico. Da qui il nome volgare della pianta. 


Benché per me, devo riconoscerlo sia stato un giorno memorabile dal punto di vista naturalistico, e come biologo non posso che gioire, per gli animali che ho incontrato non si può dire altrimenti. Infatti durante la nostra discesa (avventurosa) mi sono imbattuto in questo bellissimo esemplare di Colubro di Esculapio, Zamenis longissimus purtroppo falciato da un trattore. Deve il suo nome volgare ad Esculapio Dio greco della medicina rappresentato con un bastone sul quale è appunto avvolto questo serpente. 


L'ultimo scorcio di panorama prima di prendere la ripida discesa che ci condurrà dove siamo partiti. Che dire. Le scarpe cominciano a far male dopo 6 ore di cammino su un substrato accidentato, su sabbia, fango, sterpaglie, rami e rocce ma vi assicuro che per quanto i miei muscoli e i miei piedi comincino a lamentarsi ne è valsa assolutamente la pena. 


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