venerdì 26 dicembre 2025

28 DICEMBRE 1908, ore 5,20: ALBA DI MORTE A PELLARO





Ecco la trascrizione dell'intero articolo: 

Il militare si era alzato presto, come faceva spesso, per godere di quell'aria fresca e di quella sensazione indefinibile che l'insenatura di Pellaro riusciva a dare nelle mattinate silenziose d'inverno. Era stata una notte piena di vento, uno strano vento caldo, e la gente, ignara di ciò che sarebbe avvenuto, si era serrata in casa sprangando usci e finestre. L'alba fu mite e ciò dava un senso di ritrovata fiducia nella vita dopo la turbolenta nottata. Le onde ormai attenuate scivolavano lente sulla spiaggia scandendo il ritmo del tempo, di un tempo che nascondeva, tiranno, la grande insidia.

Fu come in un incubo: tutto d'un tratto il militare ebbe la sensazione di perdere l'equilibrio: i piedi erano saldi sulla spiaggia, eppure egli non riusciva a tenersi dritto. Si girò di scatto e intuì il dramma: le case della "Madonnella" sbandavano e si torcevano come serpi in preda al panico; poi i tetti cominciarono a sgretolarsi, e poi i muri. Nell'immenso fragore della distruzione capì che qualcosa di più violento stava per succedere; le onde che poco prima battevano dolcemente sulla spiaggia, si ritirarono vistosamente da questa, lasciando scoperti ampi tratti di fondale. Ebbe il coraggio di alzare lo sguardo: dietro punta Pellaro il mare si era spaventosamente gonfiato e un'immensa onda si dirigeva velocemente sulla costa già martoriata. Fuggì in senso opposto con le forze che ancora gli rimanevano; l'onda lo colse sulla strada trascinandolo per molti metri senza però ferirlo.

Quando si riebbe, uno spettacolo orrendo gli si presentò davanti: là dove si estendeva, leggiadra, una delle più belle cittadine della provincia, non rimaneva che un enorme ammasso di macerie informi. Pellaro ebbe oltre 900 morti. Molti giovani, addormentatisi con tante idee e speranze per il domani, non rividero più la luce del giorno. Altri partirono da quella terra maledetta per non ritornare mai. I corpi straziati, scaraventati fuori dalle case dall'urto delle onde, giacevano nudi ovunque sulla strada, lungo la linea ferrata, sulla spiaggia. La potenza del maremoto fu tale che interi edifici a due piani furono letteralmente spazzati via. Il ponte in ferro sulla Fiumarella, dal peso di 75 tonnellate, fu strappato dai sostegni come un fuscello e spinto a monte. Per tutta la giornata del 28 dicembre si susseguirono centinaia di altre scosse che accrebbero l'angoscia e la distruzione. Il Re Vittorio Emanuele visitò le rovine, e la sera del 2 gennaio telegrafava a Giolitti descrivendo così la tragedia: "Oggi ho visitato la costa calabrese a sud di Reggio; Pellaro è letteralmente distrutta...".

Alfonso Frangipane, che faceva parte delle squadre di soccorso provenienti da Catanzaro, giunto nel nostro distrutto paese scriveva: "I derelitti implorano pane e ci indicano, con un gesto delle mani scarne e tremanti, il luogo dove era il loro paesello. Siamo a Pellaro, una spiaggia ricoperta di macerie confuse su cui sormontano tronchi d'albero, suppellettili domestiche e cadaveri, cadaveri nell'atteggiamento più straziante, preda di cani randagi".

Dopo il dramma, altri problemi, non meno gravi, si presentarono ai superstiti ed ai soccorritori: seppellire in fretta i cadaveri per evitare l'insorgere di epidemie, dare ricovero e cibo ai senzatetto e a quella moltitudine di persone che aveva abbandonato Reggio per cercare rifugio sulla infida spiaggia pellarese, trasportate i feriti gravi sulle navi-ospedale. I morti furono in parte sepolti in fosse comuni, in parte bruciati sulla stessa spiaggia di Pellaro. Lo slancio di solidarietà fu notevolissimo anche se i primi concreti soccorsi arrivarono solo 48 ore dopo il sisma. Dovette essere talmente forte l'impressione dello evento che ancora oggi è usuale riferirsi al terremoto del 1908 come ad una sorta di netta barriera tra il passato e il presente, come se quei pochi secondi d'inferno avessero sepolto un'epoca e creatone un'altra. Pellaro risorgeva, qualche anno dopo, un centinaio di metri più in alto, dove trovasi tuttora, e per molto tempo la sua bella marina fu un solitario e tetro riferimento per i pescatori e i malavitosi.


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fda, 2025
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[Questo lavoro è concesso in licenza con CC BY-NC-ND 4.0. Per visualizzare una copia di questa licenza, visitare https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/ ] Foto: Archivio di Francesco D'Aleo

giovedì 25 dicembre 2025

NATALE 2025


La famiglia è il nucleo di bellezza sul quale tutto si fonda.
Auguri dai D'Aleo Bonanno.


Diario del giorno:
Il racconto di questo Natale è riassunto nella faccia di Sasà il quale appare sofferente per l'influenza che lo abbatte. Da ieri la febbre (38.5/39.2) non lo lascia se non per breve tempo. Il pranzo che avrebbe dovuto vederci in trasferta fuor casa, invece ci ha riserbato belle emozioni e un'ottima pasta 'ncaciata a casa. Un classico Disney nel pomeriggio: Il canto di Natale nell'adattamento del 2009. I bambini che si addormentano e noi che restiamo in silenzio a seguirlo. Adesso, sono le 21:59 e questo giorno volge alla fine lasciandoci di nuovo pieni di bellezza. Al prossimo anno.

agg. sono le 22:05 e sono appena entrati nel mio studio Roberta, Sasà e Alice assieme a due orsacchiotti parlanti e cantanti "Denver". Tutti a ballare e saltare...

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Natale 2025
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lunedì 8 dicembre 2025

CHIESETTA DELLA LIGA


Oggi, nel giorno dell'Immacolata, sono stato a visitare un piccolo e prezioso luogo di culto restituito, grazie alla lungimiranza e alla benevolenza dei proprietari, a tutta la comunità pellarese.
 
La chiesetta della Liga, in loc. San Cosimo, è l'edificio religioso voluto e fondato nel 1831 per volontà di Don Stefano Romeo a garanzia di quanti, spinti da devozione e fede, a causa delle impervie carrarecce non potevano raggiungere gli altri luoghi di culto. Il restauro è stato possibile grazie ad un bando della Comunità Europea, a dimostrazione che quando si vuole, con spirito di tenacia ed abnegazione alla bellezza dei luoghi, tutto è possibile.
 
Particolarmente di pregio è il pavimento originale che riempie l'ambiente ed è ripreso meravigliosamente, nella parte della piccola sagrestia, da un nostro artigiano locale (Massimo Mallamaci). Grazie alla famiglia Romeo e a Giuseppe Spanti Gattuso per averci regalato di nuovo questo luogo. Pellaro ha bisogno di questo.









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mercoledì 3 dicembre 2025

ucarbarièju d’a Minàsa


Lungo SP1 che da Oppido M. sale verso lo Zervò sorge un piccolo tempietto da tutti conosciuto come “‘ucarbarièju d’a Minàsa” cioè il calvarietto della Minasi, dal nome della proprietaria che un tempo possedeva il terreno circostante. Qui, grazie a Rocco Liberti trovate qualche informazione in più: https://www.lalbadellapiana.it/files/25-26-Rocco-Liberti.pdf

Probabilmente nel luogo in cui sorge, precedentemente vi era una piccola edicola poi andata persa. Il catalogo digitale dei tabernacoli contribuisce al mantenimento della memoria dei luoghi, delle loro storie, ed ecco perché, oggi, è così importante conoscerli e censirli. Qui potete accedervi e consultarlo GRATUITAMENTE https://www.google.com/maps/d/u/0/edit...

I luoghi raccontano chi siamo oggi e chi siamo stati attraverso il trascorrere del tempo, il mutare e il mutarci. Se conoscete qualche edicola votiva segnalatemela, sarà mia cura censirla. Sul mio blog troverete qualche informazione in più e la possibilità di consultare il libro: https://francescodaleo.blogspot.com/
Al link https://sites.google.com/.../edicolevotivedical.../home-page il sito del Catalogo delle Edicole dell'Area Aspromontana.






 
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fda, 2025
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martedì 2 dicembre 2025

RICCHEZZA

Io ho quella ricchezza che nessun lavoro, posizione o sapere potrà mai darmi.
Io sono estremamente felice.


FDA, 2025
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lunedì 1 dicembre 2025

PALIZZI E PIETRAPENNATA


Ieri pomeriggio insieme a Giovanni, abbiamo trascorso qualche ora tra Palizzi e Pietrapennata: due piccoli paesi arroccati su speroni di roccia, testimoni di un Aspromonte arcaico.

È bello aggirarsi tra le case dirute, sentendo le voci soffuse in quelle ancora abitate, stringendosi tra le serrate viuzze dove ogni refolo di vento sembra gelare anche le parole. L'Aspromonte va conosciuto a piedi.

Giovanni mi ha aiutato a cercare tabernacoli, in un'area poco indagata, trovando reperti interessanti di religiosità popolare. Ho così potuto aggiornare la mappa georiferita delle Edicole dell'area Aspromontana con nuove stazioni. Un lavoro a volte estenuante, ma indispensabile per tracciare un solco vivo come testimonianza di quella religiosità popolare diffusa.

La mappa potete consultarla gratuitamente quiil sito in aggiornamento è raggiungibile quimentre sul blog www.francescodaleo.it potete consultare e scaricare il libro sulle Edicole votive.





















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mercoledì 12 novembre 2025

ANCORA SULLA CROCE DEL REDENTORE


Nei giorni scorsi, dopo essere stato a Montalto per la benedizione della nuova croce del Redentore avevo scritto un post di denuncia sul pessimo intervento eseguito. Benché la croce sia stata donata dall'impresa che ha restaurato il basamento, la messa in posa della stessa ha comportato un danno (ulteriore) ed importante alla statua (già non messa bene), nonostante da più parti si sostenga il contrario.

Infatti, come si vede dalle foto che io stesso ho scattato, nel 2024 non erano già presenti (come si sostiene) i fori dove sono state ancorate le staffette che oggi la reggono. Ne deriva che il manufatto è stato ulteriormente danneggiato, sicuramente inconsapevolmente, ma tanto è. Pertanto, la soprintendenza davvero ha autorizzato una cosa del genere? Dove sono le delibere di intervento? Il progetto? Io on-line non sono riuscito a reperirlo.

Dunque, in conclusione non sarebbe meglio per il futuro evitare che chi non abbia le competenze e di fatto fa un altro mestiere (e lo fa bene visto il basamento eccellentemente restaurato) anche in buona fede, faccia qualcosa che evidentemente non sa fare? Io faccio il microbiologo e mi occupo di batteri e virus, se qualcuno mi chiede un intervento al cuore lo indirizzo dal cardiochirurgo, non dovrebbe essere la normalità?

il post precedente:







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fda, 2025