venerdì 18 settembre 2020

braci


Mi hai sfiorato le mani
stanotte, durante il temporale
stavamo stretti. Io in te e tu in me.
Respiravi piano e io per paura
di stonare quelle note
che il tuo respiro suonava
stavo fermo, immobile,
un simulacro in adorazione;
ti scostavi un po’ dal mio petto
e io già sentivo freddo,
ma quando ti riaccostavi
ecco divamparmi in un incendio
che infiamma e sconvolge
e m’arde di brace viva.
Tu niente sospetti
mentre m’accosti il tuo seno
nudo e io svampo il mio rogo
in un guizzo baleno.

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