domenica 12 gennaio 2020

Ponte romano di Scigliano

Cari amici, 

a pochi km da Cosenza e immerso lungo il corso del Savuto in Valle Pomice, è possibile visitare il Ponte romano di Scigliano risalente al II sec. a.C e facente parte della via romana Annia-Popilia. Unico punto dolente i numerosi cacciatori, armati di fucile, che hanno ‘stonato’ la nostra visita. Basta caccia! Godetevi la natura!

ps: secondo lo studioso Vincenzo Spanò, autore del libro: La Via Annia-Popilia in Calabria, edito da Laruffa Editore, il ponte romano denominato di Sant'Angelo o di Annibale avrebbe fattura medievale o alto medievale e a tale periodo andrebbe ascritto, così come il ponte Tabularia situato poco distante. 






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martedì 7 gennaio 2020

Ruderi Torre di Pellaro

Cari amici, 
dopo mesi di ricerche finalmente ho individuato quel che rimane dei ruderi della cosiddetta Torre di Pellaro. Una struttura a base quadrangolare risalente al XVI sec. e utilizzata come torre d'avvistamento (oggi all'interno è stata collocata la carcassa di un'automobile). Interessante il riferimento sulle carte IGM 25.000 dell'IGM, pochissime altre informazioni. Se qualcuno ne sa di più mi contatti.





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domenica 5 gennaio 2020

Monastero Basiliano di San Filippo Jiriti

Cari amici, 
nella mia camminata di oggi mi sono voluto spingere sino a San Filippo dove sono ancora visibili i ruderi della piccola chiesa annessa al monastero Basiliano intitolato a San Filippo d'Argirò probabilmente databile tra il X e il XII sec. E' ad oggi visibile parte del presbiterio dove è apprezzabile un frammento dell'altare (?) o forse una fonte battesimale. Il tetto, purtroppo, è totalmente crollato - ma sarebbe rimasto ben poco della copertura originaria - così come gran parte delle strutture annesse. Di fronte all'apertura d'ingresso della chiesetta è visibile un frammento di muro di cinta e parte di una colonna che con ogni probabilità è quello che resta di un portale d'ingresso appartenente all'antico monastero. Sulla colonna era sino a qualche anno fa collocato uno 'stemma' (font. locale) che sembra essere stato asportato abusivamente. La chiesetta è rimasta funzionante per i primi decenni del '900 (anni '30 - font. locale), così che molti anziani del paese vi hanno celebrato le proprie nozze. Successivamente la chiesetta è stata totalmente abbandonata e prima dell'edificazione della nuova struttura, è stata collocata, poco distante, all'interno di un edificio poi convertito in frantoio. Adiacente un enorme ulivo che vista l'ampiezza  della circonferenza del tronco è di età compresa tra gli 800 e i 1000 anni, facente parte di un filare di alberi secolari, con ogni probabilità piantata dai monaci stessi.  
Una nota interessante è che sulle cartine IGM 25.000 dell'IGM non viene segnalata la presenza di alcun rudere e non ne viene nemmeno riportato il toponimo. 








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AGGIORNAMENTO 04 GENNAIO 2020

In un successivo sopralluogo è stato possibile apprezzare la presenza di una nicchia con arco in mattoni, probabilmente facente parte del complesso monastico, oggi annessa ad una aria semi-recintata adibita a porcilaia. 




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AGGIORNAMENTO 28 MAGGIO 2022






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IL RAGNO

Un prato di narcisi
ne colgo uno,
lo porto al naso
per inebriarmi di profumo;
mi specchio
nell’acqua di uno stagno
e mi accorgo solo adesso
che sullo stelo c’è un grosso ragno.

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Santo Niceto
04 Gennaio 2020

sabato 4 gennaio 2020

S. Maria Annunziata di Santo Niceto. Tardo XI sec.

Possiamo affermare che Umberto '82 è un coglione o non è 'politicamente corretto'?

dal libro: 'Santo Niceto: la storia e il restauro' di Francesca Martorano

"È la famosa chiesa a navata unica con unica abside emergente posta ai piedi del castello di Santo Niceto, crollata in seguito all’alluvione del 1951. Un secolo fa l’edificio era in piedi e fu studiato e descritto da Antonio De Lorenzo. L’utilizzazione a palmento ne aveva garantita la conservazione. Era largo otto e lungo circa diciotto metri, con l’ingresso, ancora visibile, praticato sul lato occidentale. Nell’abside capovolta, che giace spezzata in due tronconi, Minuto individuò i resti di una Deisis, oggi quasi del tutto cancellata. In uno dei due settori del catino si scorge al centro l’immagine del Cristo, affiancata a destra dalla Vergine, nel secondo brano di struttura è invece l’immagine di S. Giovanni Battista. La Deesis rappresenta una solenne preghiera di propiziazione, rivolta dalla Madonna e da San Giovanni precursore di Cristo." 



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venerdì 3 gennaio 2020

Convento dei Cappuccini di Fiumara

Cari amici, 
oggi per cominciare bene l'anno, abbiamo deciso di andare a visitare l'oramai abbandonato Convento dei Cappuccini situato a Fiumara. Il convento, dove si insediò la confraternita di Sant'Antonio da Padova, venne eretto nel 1533. Nel corso dei secoli, diversi furono gli abbandoni ed i reinsediamenti da parte dei frati, fino a quando il terremoto del 1908 ne causò in parte il crollo. Rapidamente ricostruito, già l'anno successivo fu inaugurato dall'Arcivescovo Rinaldo Camillo Rousset. I religiosi rimasero nel convento sino al 1947 per poi abbandonarlo definitivamente. Nel 1953 furono ospitate alcune famiglie sfollate da Africo in seguito alla disastrosa alluvione che colpì il paese. Dal 1974 al 1997 il chiostro fu adibito a casa dell'Ospitalità per essere successivamente e definitivamente abbandonato. Oggi si presenta vastamente devastato da ripetuti atti vandalici, il primo piano completamente distrutto probabilmente da un'incendio che è stato causa del crollo dell'intera copertura. Delle cucine, dei bagni e degli alloggi non rimane molto; i numerosi affreschi sono in parte ancora visibili anche se alcuni, a causa del crollo dell'intonato, non sono più riconoscibili. Un altro bene che verrà perduto definitivamente e di cui a breve rimarrà solo un ricordo.













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Chiesetta bizantina di San Andrea di Rachali

Cari amici, 
oggi durante una camminata per la documentazione del territorio, poco sopra la contrada San Andrea di Lazzaro (Motta San Giovanni) abbiamo potuto apprezzare quel che resta di un'antica chiesetta bizantina (forse la prima del territorio) a navata unica risalente probabilmente al VI/VII sec (?) che sembra essere stata parte di un antico monastero. La chiesetta, intitolata a San Andrea di Rachali, di cui resta solo un muro perimetrale parzialmente integro e solo pochi resti degli altri, è la più antica del comprensorio. I ruderi sono segnalati anche sull'IGM 25.000. 


Cerco altri riferimenti e bibliografia.
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riferimenti: https://books.google.it/books…







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