Cari amici,
camminando in Aspromonte tra gli ombrosi precipiti o tra i luminosi crinali si può fare visita a immense querce vetuste, guardiani canuti dei luoghi. Anima mundi, Genius Loci, il tutto in tutto di San Paolo. Il legno, talora cisposo, bernoccoluto, corroso, guardiano di quella linfa vitale che estratta dalla terra e sputata in cielo diventa vita, bruma, uggia per noi camminanti silenziosi.
Bisogna addentrarsi in Aspromonte in punta di piedi e inginocchiarsi sotto le fronde stormite dai venti, che ora freschi ora caldi suonano note diverse. E, a volte, questi refoli, questi soffi si incanalano tra le fenditure dei fusti, tra le ferite dei rami regalando ai viandanti note nuove, parlate antiche, lingue sconosciute.
Ascoltatelo l'Aspromonte, questo parla attraverso il legno, attraverso l'acqua, la bruma, l'uggia e parla di cose vecchie, antiche e parla anche di noi. Noi siamo i camminanti silenziosi che si perdono nel vociare della montagna.
in foto: le querce di Valle Infernale e Demetra.
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