venerdì 13 maggio 2022

PER UN CONGEDO PARENTALE UNIVERSALE


Parlando con mia moglie della vicenda di Elisabetta Franchi, la quale non assumerebbe donne perché problematiche, riflettevamo su quanto la posizione delle donne lavoratrici, che decidono di diventare madri, sia complicata anche oggi che corre l’anno 2022. La donna di fatto ha diritto all’assegnazione, per legge, del congedo parentale obbligatorio (che può essere usufruito secondo diverse modalità) in genere per un tempo massimo che non eccede mai i 5 mesi dopo il parto. Le donne, di fatto, sono discriminate da una norma che dovrebbe tutelare loro, il bambino e la famiglia. Perché dovrei assumere una donna con il rischio che questa mi manchi per mesi e mesi quando potrei assumere un uomo e cavarmela con 10 giorni?. Ragionamento discriminatorio, certo, ma assolutamente logico. È discriminatorio nei confronti di entrambi i genitori: l’una è discriminata professionalmente, mentre l’altro appare discriminato affettivamente vedendosi riconosciuti solamente una manciata di giorni. Per questo, avanzavo l’ipotesi che il congedo parentale debba essere uguale per entrambi i genitori: senza alcuna differenza. La genitorialità non adduce, infatti, alcuna differenza nei confronti del minore; pertanto, lo stesso dovrebbe essere sul piano affettivo. Perché un uomo dovrebbe voler passare  meno tempo con i figli rispetto alla madre? Non è forse vero che ci sono padri che si alzano la notte per la poppata, che cambiano i pannolini, che passeggiano durante le coliche? Allora perché il tempo è ripartito in maniera così diseguale? Il congedo parentale dovrebbe, a mio avviso, essere della stessa durata per entrambi e obbligatorio. Verrebbe così a decadere ogni discriminazione lavorativa in quanto assumere una donna o assumere un uomo non comporterebbe alcun rischio per il datore di lavoro, sarebbe difatti la stessa cosa. Mi ha fatto molto piacere pertanto, leggere che quello che era il mio pensiero è stato anche quello dell’On. Erasmo Palazzotto (in forze al PD) che, assieme ad altri parlamentari, ha avanzato una proposta proprio per colmare questo vuoto: la genitorialità è uguale per entrambi i genitori, così come dovrebbe esserlo anche il congedo parentale. Per l'On. Palazzotto (idea assolutamente che condivido) la vera disparità è concedere un trattamento diverso alla donna; trattamento che genererebbe discriminazione verso quest’ultima. La strada verso una genitorialità universale è ancora in salita ma piccoli gradini vengono costruiti ogni giorno. La politica e la cultura debbono, a mio avviso, svolgere in questa fase un ruolo di volano verso i diritti di entrambi i genitori perché la tutela della famiglia passa necessariamente attraverso: mamma, papà e i propri figli.  

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