portato dal vento
lì sulla collina di Spartivento
su una rupe affacciata nel mare profondo
senza sapere nulla del mondo
sognavi di crescere veloce e forte
scappar dalla roccia che ti imprigionava
[da quella roccia che t’amava]
sognavi di mondi che mai vedesti
sognavi di nuovi universi
il tempo correva troppo veloce
per un Fico d’India sognatore
t’accorgesti in un solo istante
nell’estate che non se ne andava
che al di là di ogni speranza
la tua vita ti bastava
e quella rupe che fu carceriera
svelò adesso il suo vero volto
era lì che sognavi di stare
era lì che volevi restare
fu tardi, ahimè, grande fico
mentre crescevi a menadito
mentre speravi di volare
di quando te ne volevi andare
fu cosi che si spezzò
furono le tue grandi pale
e la roccia ti liberò
nel di sotto mare abissale
mentre morivi tra le correnti
ti voltasti verso la tua rupe
vedesti scorrere torrenti
vedesti le lacrime più truci
e capisti solo allora
che colei che ti accoglieva
non ti era carceriera
ma era solo la tua dimora
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