Alla soglia dei 40 anni ho raggiunto e realizzato ogni singolo obiettivo che mi ero prefissato. Tutti. Sono pienamente realizzato e sono una persona felice. Ho la bellissima famiglia che sempre ho rincorso e che sempre ho desiderato. Ho il lavoro che volevo. Ho scritto i libri che volevo, alcuni anche discretamente riusciti. E tutto questo l’ho raggiunto perché nella mia via non ho mai provato invidia per nessuno, mi sono sempre sentito fuori posto ma mai inferiore a nessuno. Il percorso non è stato facile, anzi. Ora vi domando: ma secondo voi come potrei mai rapportarmi con delle teste di cazzo che mi razzolano in torno? Con gente repressa, infelice che tenta ad ogni costo di rendere infelici anche gli altri? Gente che non ha una famiglia o che ce l’ha e fa schifo. Gente che non ha costruito nulla. Gente semifallita dal punto di vista lavorativo. Gente di sessant’anni che blocca il contatto WhattApp come ragazzini in preda a una cascata ormonale. Questi giorni di riposo mi sono d’aiuto a compiere il viaggio introspettivo di cui avevo bisogno per capire che mi devo staccare, devo lasciare andare questa “gentaglia” tossica, nociva, questa mal’aria. Leggendo Arminio ho trovato in questi tre versi il riassunto di tutto: non sono felici perché non “pensano”…
Sacra è la gioia,
la gioia è la forma
più alta del pensiero.
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