In questo contesto e momento storico, si parla di fascismo (sempre) con una serie di post discutibili e idioti, pubblicati in massa e che invadono ripetutamente la mia bacheca provocandomi conati di vomito; per fortuna esiste il tasto “non seguire più” che ultimamente mi sta tornando molto utile.
Scrive Veneziani: "Il fascismo non si può ridurre solo a qualcosa di criminale. Non lo farei neanche per il comunismo che per estensione, durata, vicinanza temporale, numero di vittime (in tempo di pace, si badi bene) ha prodotto crimini inarrivabili. Non si può ricordare del fascismo la violenza, la guerra, la persecuzione razziale (diversa da quella nazista), dimenticando le opere realizzate, la tutela sociale, l’integrazione nazionale, i passi da gigante compiuti dall’Italia nel segno della modernizzazione, la forte passione ideale e civile, il consenso."
Mi aspetterei, da persone colte (molte ne ho tra gli amici – almeno credevo fosse così) la cui parola deriva dal latino "cŭltus" «coltivare», un atteggiamento costruttivo su alcuni temi come per l’appunto un periodo storico non molto lontano, ma con profondo rammarico, mi rendo conto che ciò non è possibile; questo non per mancanza di cultura, ma per l’estrema pochezza intellettuale (sembra un ossimoro, ma non lo è). Degli “incolti” (privi di quel briciolo di humus necessario per rivolgermi la parola) non dirò e non ci parlerò più.
Se parliamo di fascismo (ed è una libertà che mi concedo perché ho letto e studiato) possiamo, sembra ombra di dubbio, e dobbiamo usare parole forti, di condanna dal punto di vista storico. Non esistono giustificazioni di sorta, se o ma; storicamente il fascismo è stato un fallimento, come ogni dittatura. Punto. Se però, guardiamo il fenomeno fascismo dal punto di vista dell’arte e della letteratura, nessuno e dico nessuno, può non riconoscerne un trionfo. Il fascismo ha prodotto l’arte più bella del ‘900, quel che rimane oltre che nei musei di tutto il mondo, è visibile al Foro Italico (che menti bigotte e ignoranti vorrebbe demolire). Pirandello era fascista ma mi sembra tutti ne riconoscano il valore letterario, nessuno si sognerebbe di bruciarne i romanzi. Gentile era fascista, ma è indiscutibile il suo lascito. Furono i fascisti a dare luce all’Enciclopedia Italiana, a compiere la trasvolata dell’oceano (a Chicago c’è una statua di Italo Balbo).
Mi fermo qui…
Questo è quello che una persona “colta” e mediamente intelligente riesce a comprendere, far suo. Lo stesso al di là di ogni colore mi piacerebbe avvenisse da parte dei molti amici di sinistra, ma ahimè con profondo rammarico leggo e vedo che ciò (perché?) non risulta possibile.
Godetevi queste foto del Foro Italico perché per molti di voi “amici” saranno le ultime dal mio profilo. Comincerò stasera ad eliminare un po’ di persone la cui presenza non mi è più gradita nemmeno virtualmente.
Per finire: si dice che la lettura sia un piacere, dunque se un libro non è gradito il lettore ha il dovere di lasciarlo a metà. Facebook è la stessa cosa, è un piacere. Se qualcuno ci da fastidio abbiamo il dovere di eliminarlo e allontanarlo.
ad maiora
[pubblicato come post su facebook]
In questi giorni, come già accennato dal primo rigo, si dibatte molto di fascismo e dell'opportunità di tutelare o abbattere i simboli e ciò che ne rimane. Un approfondimento è possibile ai seguenti link:
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Pellaro,
Reggio Calabria 19.02.2918