Il cancro al seno è la principale causa di morte tra le donne a livello mondiale e negli Stati Uniti, a 1 su 8 donne sarà diagnosticato nel corso della vita. I moderni approcci terapeutici includono la chemioterapia, la radioterapia e/o la chirurgia, e studi recenti hanno dimostrato che il microbioma del seno può svolgere un ruolo importante nell'efficacia delle diverse terapie. Gli antibiotici ad esempio possono influire sull'efficacia della chemioterapia, e alcuni farmaci contro il cancro come la Ciclofosfamide, possono essere influenzanti dalla microflora microbica della mammella.
Alcuni studi hanno dimostrato che gli interventi di chirurgia bariatrica possono influenzare, enormemente la microflora intestinale, lo stesso è stato ipotizzato possa accadere a livello della ghiandola mammaria.
I batteri possono avere un impatto sistemico, in quanto influenzano l'induzione, la formazione e la funzione della risposta immunitaria. La recidiva neoplastica sembra essere legata alla disbiosi batterica, che si sviluppa dopo un intervento importante come quello di mastectomia, di ricostruzione del seno.
Il microbioma del seno può quindi influenzare la suscettibilità e la ricorrenza del cancro e i batteri commensali possono influenzare la risposta alla terapia modulando il microambiente tumorale.
Una vasta popolazione di batteri colonizza la ghiandola mammaria. In uno studio su 81 donne in Canada e in Irlanda, i taxa più abbondanti nei campioni canadesi erano Bacillus (11,4%), Acinetobacter (10,0%), Enterobacteriaceae (8,3%), Pseudomonas (6,5%), Staphylococcus (6,5%), Propionibacterium (5,8%), Comamonadaceae (5,7%), Gammaproteobacteria (5,0%) e Prevotella (5,0%). Nei campioni irlandesi i taxa più abbondanti erano Enterobacteriaceae (30,8%), Staphylococcus (12,7%), Listeria welshimeri (12,1%), Propionibacterium (10,1%) e Pseudomonas (5,3%). I batteri che si ritrovano all’interno della ghiandola mammaria, sono indipendenti dall’eventuale storia di lattazione, ovvero si ritrovano anche in donne che non sono state allattate.
Le donne con cancro al seno hanno una maggiore abbondanza di Enterobacteriaceae, Staphylococcus e Bacillus rispetto alle donne senza neoplasia. E. coli, membro della famiglia Enterobacteriaceae, sembrerebbe essere strettamente legato con lo sviluppo della malattia, inoltre alcuni batteri possono produrre tossine in grado di danneggiare il DNA delle cellule mammarie.
Lactobacillus acidophilus, un probiotico molto comune trovato nello yogurt e nel kimchi, può raggiungere la ghiandola mammaria dove sembra svolgere una funzione anti-neoplastica. Le donne che ingeriscono i prodotti fermentati del latte, dunque, possono avere effetti antiossidanti protettivi. Il trattamento probiotico è correlato con una significativa diminuzione dell'abbondanza di Escherichia coli e un significativo aumento di Bifidobacterium. Lactobacillus e Lactococcus spp. risultano essere molto più comuni nei tessuti sani rispetto a quelli neoplastici, e dunque secondo i ricercatori dell’Università di San Francisco, svolgerebbero una funzione protettiva.
Sfruttare i microbi per l’eventuale approccio terapeutico, completo, sembra essere una promessa molto accattivante.
---
Nessun commento:
Posta un commento