venerdì 12 gennaio 2024

QUERCE IN ASPROMONTE: UNA BATTAGLIA DI CULTURA

Che in Aspromonte ci sia una tra le Querce più vecchie d’Europa e forse del mondo è oramai assodato, ma sul perché solo alcuni eletti ne possano godere la bellezza è ancora poco chiaro. Demetra, così è stata chiamata, come la Dea greca della natura, attribuendo ad un albero una qualità divino/umana (?), avrebbe 943 anni e si troverebbe nel cuore del Parco Nazionale dell’Aspromonte in loc. Valle infernale o nelle immediate vicinanze. Il condizionale è d’obbligo perché attorno a questo “fantomatico” albero tante sono le leggende: ubicazione, grandezza finanche l’attuale esistenza. Nel fermento scientifico dello “citizen science” che ha coinvolto tutte le regioni d’Italia, solo i cittadini calabresi e i fruitori dell’Aspromonte ne rimangono esclusi, infatti, a nessuno se non a pochissimi è dato conoscere l’ubicazione esatta dell’albero. Le scuse palesate solo tra le più insensate, una fra le tante la tutela (ma da chi?) esplicitando che tranne (loro) pochi, nessuno ha il quoziente intellettivo per non recare danno, distruggere o banchettare nei dintorni. Agli stessi a cui oggi viene precluso, di fatto l’accesso, è stato chiesto nell’estate del 2021 di aiutare nel corso degli incendi che hanno distrutto il crinale di Acátti. Ritengo sia una battaglia giusta e doverosa, per tutti coloro che si reputano liberi, la diffusione della localizzazione esatta o per lo meno, per chi volesse, essere accompagnati in situ. Sono sicuro che tra le tante guide di professione (vi è anche un’associazione a tutela) sapranno organizzarsi in sit-in a custodia del sito dalle enormi mandrie di uomini-bove che potrebbero distruggerlo, e magari anche dare qualche informazione scientifica in merito. Ricordo, per finire, che il bene pubblico o “bene di consumo collettivo” è di tutti, soprattutto di paga le tasse, ed è “un bene di cui tutti possono usufruire in modo tale che il suo consumo da parte di ciascun individuo non vada ad ostacolare o ad impedire il consumo di quello stesso bene da parte di un altro individuo.”

Rassegna stampa:









II articolo:

Il mistero attorno a Demetra, la quercia più vecchia d’Europa che trova rifugio all’interno del Parco Nazionale dell’Aspromonte (PNA) si infittisce, soprattutto per il silenzio assordante delle istituzioni che dovrebbero, per dovere e per diritto appartenente al cittadino che le interroga, rispondere. Altri interrogativi emergono attorno a comportamenti che non possono che destare sospetti circa la gestione di alcune aree che, ad oggi, appaiono appannaggio di pochi (amici?) e precluse a tutti gli altri. 

In zona A del PNA è vietato, come da regolamento, cogliere anche un solo fiore, non ci si può avventurare fuori dai sentieri tracciati (sentieri sullo stato dei quali potremmo ampiamente discutere) e, addirittura, per le associazioni, guide (tutte!) o semplici escursionisti è doveroso richiedere una liberatoria al transito e bivacco se si protrae per più giorni. Dunque, a rigore di regolamento nessuno potrebbe accedere a Demetra, che si trova all’interno di un’area ben circoscritta compresa tra Croce Serrata e Croce di Dio sia Lodato, quale parte della foresta vetusta, senza dovuta e previa autorizzazione degli organi competenti. 

Premesso questo, mi chiedo: come è possibile che alcune guide e soci (di associazioni locali e nazionali) pratichino esplorazione e canyoning e possano puntellare le rocce per la discesa dei canyon o cascate anche in zona A? Le cascate Maesano e le cascate Palmarello (zona A) sono state nelle precedenti stagioni oggetto di discesa con corde da parte di appassionati (aderenti anche a importanti associazioni) senza che nessuno sia intervenuto (semplicemente da regolamento non si può fare) e senza che né il Parco, né le associazioni e né le Guide ufficiali del parco (forse ci sarà stato qualcuno di loro?), sempre attive sui social, abbiamo proferito parola. Qualcuno obietterà che sono state puntellate in tempi precedenti l’attuazione della zonazione ma questo non spiega come mai siano utilizzate tutt’oggi, come sia possibile avventurarsi in zone vietate e soprattutto non spiega il silenzio dei vari attori preposti alla tutela e valorizzazione (non ho trovato sul sito del Parco alcun sentiero come definito dall’art.4 comma 4).
Pietra Cappa e la valle delle grandi pietre sono state oggetto, ripetuto, di sorvolo da parte di droni. Anche in questo caso quando si è trattato di perfetti sconosciuti si è levato il solito polverone in merito alla tutela dei rapaci o altri volatili, quando invece a far decollare i mezzi è stato qualcun altro allora la risposta è stata il silenzio assoluto. Insomma, mentre la possibilità di ammirare e apprezzare la maestosità e la bellezza di Demetra viene riservata a pochi (tra cui, come si evince dal calendario dell’anno 2024, un fotografo che nulla ha a che fare con il Parco) privando i cittadini e gli appassionati di un bene pubblico e per il pubblico, i soliti amici continuano a fare il bello e il cattivo gioco, di fatto comportandosi come padroni di un qualcosa in riferimento al quale non detengono alcun diritto.




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venerdì 5 gennaio 2024

TRONCO, FOGLIA E NOCE


nell’ora panica 
dove ogni cosa tace
bisbiglio di noi
con versi di brace;

e appicco un incendio
che tutto travolge,
siamo noi il turbine ardente
che ogni piano sconvolge.

e in questo tempo,
che corre veloce
voi siete per me:
il tronco, la foglia e la noce.


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Pellaro, 5 gen 2024