lunedì 26 dicembre 2022

IL TEMPO FELICE


il tempo felice
porta seco tristezza,
la luna stasera è una falce.
È il 25 dicembre.

sono sul limine del mare
in questo tempo che scorre
è forse questa la vita?
L’eterno fiume che corre.

lunedì 12 dicembre 2022

I FICHI FANNO I FIORI


se ripenso alla mia vita
mi domando come ho fatto
senza te che della mia vita sei il senso;

e ricordo il tempo quando non eri,
le burrasche e l’ora panica,
i giorni metallici e ovattati come quando strina lo scirocco;

ma adesso è la vita!
perché anche i fichi fanno i fiori
ma li tengono nascosti.

sabato 10 dicembre 2022

SENZA TITOLO


t’ho vista senza vestiti
ma solo con lui davvero nuda:
senza vergogna, senza timidezza,
senza ostacoli. nuda.

è quel nudo dell’anima
che brucia i corpi:
il mio e il tuo che in un soffio
spariscono e diventano lui.

domenica 4 dicembre 2022

IL QUADRO DI PELLARO


Il quadro della Madonna della Consolazione è custodito presso la sagrestia della chiesa del Lume, Pellaro. Il quadro è stato recuperato integro dopo il disastroso terremoto del 28 dicembre 1908, che distrusse interamente l'abitato e la chiesa della Madonnella dove era conservato. Il quadro di per sé privo di pregio artistico, ma rappresenta una testimonianza di notevole spessore per la storia locale in quanto, ai piedi della Vergine, vi è una rappresentazione dell'abitato ante-sisma. Il paesaggio è stato più volte esaminato e sembra che il punto di osservazione sia Occhio di Pellaro. 





fonti: 
1) C'era una volta Pellaro, S. D'Aleo
2) Pellaro 1903...e il mistero di un pittore fantasma a Reggio Calabria, G. Marcianò

sabato 3 dicembre 2022

LA STRANA STORIA DI FRA CAPPA


Un libro da leggere d’un fiato: le avventure di un Kappa che diventa frate nel cuore dell’Aspromonte; e poi, tre amici escursionisti amanti dell’avventura catapultati nel mezzo di una malia soprannaturale; ballate in versi. Tutto questo coinvolge e strega il lettore proiettandolo in un viaggio un po’ mistico e un po’ fantastico.

giovedì 17 novembre 2022

Amido al microscopio


Il plastidio è l'organulo, all'interno della cellula vegetale, dove si trova localizzato l'amido e quando questo ne è il principale contenuto viene denominato amiloplasto. L'amido è presente negli amiloplasti sotto forma di granuli (composti da amilosio ed amilopectina) la cui struttura è caratteristica per il tipo di pianta da cui deriva. Negli amiloplasti sono trasportati i prodotti della fotosintesi che vengono accumulati come prodotti di riserva, sotto forma di amido, per essere mobilizzati al momento dell'utilizzo. Tali amiloplasti dunque, si trovano in gran numero nei tessuti di riserva (come quelli parenchimatici del fusto, della radice o del seme). In foto il tessuto di riserva di una patata (Solanum tuberosum) visto al microscopio ottico dove è possibile apprezzare gli amiloplasti e i granuli di amido all'interno. 





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martedì 15 novembre 2022

PENSIERO LIBERO

Tra gli amici più stretti, molti, mi ripetono: “non prendere posizioni”, “non ti schierare”. La stessa mia moglie mi invita sempre a essere riflessivo, morigerato, a “non espormi”. Non so cosa significhi. Ahimè, non potrò mai stare nel limbo, nel mezzo, galleggiare, essere “amico di tutti”. Ho le mie idee, giuste o sbagliate, e devo portarle avanti. Non sono amico di tutti perché in fondo chi è amico di tutti non è amico di nessuno. Combatto per quello che penso e sento. Sono un uomo di destra che pensa come un uomo di sinistra. Non mi piacciono le persone che non prendono mai una posizione, i mediocri, chi galleggia nel mare dell’inutilità perché può tornargli utile. Ho sempre detto e fatto, anche quando mi avrebbe potuto danneggiare e molte volte è successo; mai, mai sono indietreggiato di un millimetro. Sono un uomo di cultura e detesto chi ne è privo. Sono un uomo di scienza. Posso spaziare dall’arte all’astronomia e mi annoia e biasimo chi non è capace nemmeno di elaborare un discorso di senso compiuto; chi con sguardo vacuo si perde tra le parole non comprendendo nulla. Nullità inutili. Detesto chi guarda il cellulare anziché ammirare un paesaggio. Detesto gli incapaci, i mediocri. Detesto i ceti bassi, non per una questione di censo ma bensì per la mancanza di stimolo a migliorarsi che li contraddistingue. Detesto i ceti alti pieni di villani arricchiti, ignoranti e presuntuosi. Oleosi, lasciano sempre un po’ di viscido quando ti stringono la mano. Fondamentalmente sto bene con tutti e con nessuno.

QUESTO È MIO FIGLIO

questo è mio figlio
che mi stringe la mano
trotterella lento
ma mi porta lontano;

e se lo lascio solo
lui si guarda intorno
ma poi viene da me
e si scioglie in un abbraccio profondo. 

mio figlio ride
e m’ha reso immortale
in questo tempo che corre
e non è mai uguale.

domenica 23 ottobre 2022

VOGLIO STARE STESO SU TE

voglio stare steso su te
oggi, tutto il giorno.
e non mangerò
né berrò altro che non sia te.
me ne starò con l’orecchio teso
riposto sul tuo petto
a sentir le tortore tubare
mentre lì fuori il cielo s’infuoca
e si fa nuova l’alba.

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lunedì 10 ottobre 2022

Sant'Agata del Bianco

Oggi abbiamo visitato il piccolo paese di Sant'Agata del Bianco, un vero e proprio gioiello sulle colline della costa ionica: qui è nato Saverio Strati. Letterato, secondo me, tra i più grandi narratori del XX sec. ma purtroppo, ancora poco conosciuto e per nulla studiato. Tra le vie del paese i tanti murales sono un viaggio tra i personaggi che più hanno lasciato traccia nei lettori. Tra tutti, per me, Tibi e Tascia bambini e sognatori. La piazza che tante volte ho immaginato leggendo quelle pagine mi si presenta perfettamente davanti: l'avrei riconosciuta anche senza la relativa targa. Vi consiglio di visitare Sant'Agata e di leggere Strati: La Teda, Tibi e Tascia e tutti gli altri.

















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venerdì 7 ottobre 2022

ERRANZA: CIMINA' - MONTE TRE PIZZI

In una calda giornata d'autunno sono tornato a camminare. Da oltre due mesi ero fermo, varie le ragioni. Ho scelto, assieme ad Antonio, un percorso abbastanza conosciuto, nel cuore del Parco Nazionale dell'Aspromonte: dal paesino di Ciminà alla cresta di Monte Tre pizzi, cima che sovrasta il piccolo agglomerato di case. Ciminà è un paesino d'altri tempi con poco più di 500 abitanti ed è lì, proprio da una delle sue piazze, che parte il nostro sentiero. Percorso poco più di un km la strada asfaltata si perde su un fondo ciottoloso che diventa sterrato e poi sentiero tra gli elci. Il sottobosco profuma ora d'erica, lì dove il sole ruba spazio alla vegetazione, ora di cisto. I ciclamini sono in fiore e nel monotono colore del sottobosco si autodenunciano con i loro colori pastello. Rivoluzionari. Noi, silenti erranti passo dopo passo ci fondiamo con questa natura madre e matrigna. Entriamo in valli umide come vulve che trasudano humus di vita. Lì dove l'acqua zampilla ecco felci, muschi, epatiche, piccoli insetti che danzano furiosi allo scrosciar del salto di minute rane che solo da qualche giorno hanno conquistato l'aria, prima prigioniere del mondo acquatico. Riprendiamo il cammino dopo la breve e rigenerante sosta: la salita è erta. Erriamo tra foreste di arbuti con le bacche rosse e succose di cui ci nutriamo quasi fossimo ospiti di un banchetto organizzato da elfi e gnomi. Camminiamo ancora tra elci e corbezzoli fin dove la macchia si perde, muore, scompare e lascia spazio solo alla roccia nuda: siamo sui tre pizzi. La discesa si presenta sin da subito difficoltosa a causa del fondo composto da pietrisco sdrucciolevole; Ciminà è lì sotto di noi e la sola cosa che possiamo fare e fare attenzione a non scivolare. Poco più di 20 minuti e abbiamo perso oltre 400m di quota, siamo letteralmente precipitati sul piccolo paese, stanchi ma pieni di bellezza che i nostri occhi mortali hanno avuto il coraggio di rubare alla Dea immortale. 











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martedì 20 settembre 2022

NON ESISTE PIU' VITA SENZA DI TE


Non esiste più vita senza di te
quando la mattina mi sveglio: ci sei,
e quando la sera mi corico: tu ci sei,
io che fiorisco e sfiorisco,
e che sono tutte le stagioni:
melagrana di settembre e
il faggio che si prepara all’inverno.

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domenica 18 settembre 2022

MADONNA DELLA CANDELORA - GIUSEPPE BOTTONE 1564

Nella visita a Pentedattilo di oggi, con mio enorme stupore, abbiamo potuto visitare la chiesa di Santa Maria della Candelora. Da sempre un mio grande desiderio, perché, benché la struttura sia modesta e vetusta, all’interno è custodita una preziosa opera rinascimentale attribuita a Giuseppe Bottone (metà del XVI sec. scuola messinese). L’opera è in pregiato marmo bianco e si presenta all’interno di una nicchia, sopra l’altare, ricavata in fondo al presbiterio; la scultura rappresenta la Madonna della Candelora. La Madonna si erge su una base poligonale nel cui scannello è rappresentata la Madonna della Provvidenza con Gesù bambino. L’anno di realizzazione è il 1564 come si rileva sul listello inferiore della base. Inizialmente attribuita a Giandomenico Mazzolo recentemente, grazie agli studi di Monica De Marco, è stata correttamente attribuita al Bottone. Le linee fini e delicate ne fanno un’opera di immenso pregio che meriterebbe di essere maggiormente valorizzata. Sono fermamente sempre più convinto che sia necessaria una traslazione delle opere rinascimentali ad oggi disperse nei diversi paesini del comprensorio reggino in una più consona struttura, dove si possano ammirare senza tutte le limitazioni e le difficoltà che, purtroppo, attualmente si incontrano. Alcune sono custodite in luoghi quasi inaccessibili. Alcuni esempi: la Madonna del Bosco di Podargoni andrebbe traslata e portata in città (attualmente le chiavi della chiesa sono in mano ad un privato), lo stesso per la Madonna dell’Alica “custodita” o meglio sequestrata presso la Chiesa del Santo Spirito di Pietrapennata (non sono riuscito mai a trovarla aperta). Come questi due esempi, tantissime altre opere di pregio e immenso valore attualmente non sono fruibili per i cittadini, non possono essere viste, ammirate, perché sequestrate in paesini dove alla bell’e meglio vi vivono dieci persone. Portiamole in città, allestiamo un museo o usufruiamo degli spazi già presenti insomma facciamo che queste opere vivano.






POSTAZIONE TOBRUK

Postazione Tobruk sulla SP3 Gambarie - Melito. Purtroppo, lo stato di conservazione non è dei migliori e gli interni appaiono pieni di rifiuti di ogni genere. 







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giovedì 15 settembre 2022

TORBIERA PIANO DELLE VADI: LA NATURA NON E' MAI BANALE

Ho scelto di riprendere le mie camminate con un percorso semplice: dal laghetto Rumia alla torbiera distante pochi km. Zona snodo di sentieri importanti per gli escursionisti che si avventurano tra la natura del PNA, purtroppo, non è risparmiata dall’incuria e dal menefreghismo di quanti scambiano le nostre foreste per bidoni a cielo aperto. Il sentiero (che ho trovato allargato con mezzo meccanico) è disseminato dai resti di bottiglie di birra, coca cola, vino, doloroso e inequivocabile sfregio dei numerosi gozzovigli domenicali ed estivi; oltre, decine di buste strabordanti di pattume. Ancora: erano in funzione alcune seghe meccaniche (almeno due) di privati che “disboscavano” un’area (ma non siamo in zona A?). Decine di macchine di “fungiari” improvvisati, muniti alla bell’e meglio di buste di plastica Conad (però sono bio) con all’interno la refurtiva appena rapinata al bosco. Funghi non eduli sistematicamente distrutti. Domanda: i tanti amanti della montagna, i numi tutelari della calabresità che ci fanno in Zona A a raccogliere funghi? Allo snodo del sentiero 125, che porta a Nino Martino, decine di motociclisti in “erba” (ma proprio) che con i loro mezzi, incuranti del rumore assordante generato, delle risa di giubilo (idiota) e degli scarichi pestiferi emessi, sgommavano a più non posso nella faggeta, riuscendo a distruggere quel che nemmeno i cinghiali (ben più rispettosi) avevano osato toccare. Lo snodo per raggiungere la torbiera per fortuna non è segnato ed è di difficile identificazione (almeno). Poca acqua. Lo sfagno è completamente asciutto, per lo meno gli steli più superficiali ma con un po' di pioggia non dovrebbe avere problemi a rinvigorirsi. Mi fermo sotto un enorme faggio che domina il grande spiazzo acquitrinoso, accantono lo zaino, la macchina fotografica e il cellulare. Mi siedo e scelgo di meditare in posizione zen, proprio io che non l’ho mai fatto. Cinque minuti. Dieci minuti. Appena riesco a sciogliere i pensieri che mi ronzano in testa ecco che il bosco intorno a me si trasforma in un’orchestra: sento gli insetti sfrecciarmi attorno, gli uccelli tubare, il ronzio delle api e delle mosche, fruscii tra gli sterpi, qualche rana zompa in una pozza poco distante. So che è tutto per me. La menta acquatica con il suo aroma attira numerose farfalle a banchettare sui fiori; attira anche me. Un’infiorescenza spezzata, la colgo e subito una delle decine di farfalle vi si posa sopra, resto ad ammirarla, stupito: la natura non è mai banale.









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sabato 27 agosto 2022

PUTRIDARIUM IN LOC. JUDARIO (FERRUZZANO)

In loc. Judariu, riportata sul 10.000 come "indario", poco distante dalla strada che collega Bruzzano a Ferruzzano, abbiamo visitato un putridarium di età basso medievale. Questo "colatoio per i morti" doveva essere un ambiente provvisorio ed è dotato di tre sedute che convogliano il putrido verso una canaletta, la quale fuoriesce da una minuta porticina. La capacità delle sedute è limitata, verosimilmente,  ad un corpo femminile. Le sedute e i rispettivi canali di scolo sono ricavati a mano (infatti, sono ben visibili le scalpellature sia sulla volta sia sulle pareti) all'interno di un unico blocco di arenaria. 









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