Del crinale di Afréni/Acàtti non sembra -dalle prime foto- essere rimasto molto: perduti i magnifici esemplari di Pino calabro che da secoli caratterizzavano gli scoscesi pendii. Nel corso degli anni, ci sono tornato diverse volte, più come pellegrinaggi in un luogo per me sacro che per escursionismo; in quelle occasioni ho dedicato due liriche proprio ad Acàtti che fanno parte della silloge edita da Eretica Edizioni nel 2020. Ve le ripropongo certo che la (ri)nascita di questa regione così martoriata possa passare anche attraverso la poesia.
SENZA TITOLO
Si entra in punta di piedi
e si cammina in silenzio
il crinale è stretto
tra la Polis e la Valle Infernale
tra felci e ginestre che sfioriscono ad ogni tocco
e sembrano i petali nelle processioni
entriamo in punta di piedi
nella cattedrale di Dio
addobbata di vita e di mutevole colore
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ACÀTTI AFRÉNI
spinge l’escursionista
le gambe dolenti
il sentiero è una pista
e le spalle roventi
guadagna il crinale
dopo l’erta salita
sovrasta la valle infernale
e si inebria di vita
è un paesaggio selvaggio
di antiche foreste
che la ginestra di maggio
come un abito le veste
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da 'Le Liriche del Viandante', Eretica Edizioni (2020)
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