sulla poltrona dove tu stavi seduta
è rimasta la tua velatura
è un’impronta senza calore
che sbianca pian piano in un lieve pallore
chiudo gli occhi e ti sento parlare
da sola in quella stanza a rumoreggiare
tra le vecchie foto ingiallite
ti perdi nei ricordi di altre vite
mi chiami “francesco” mi alzo e arrivo
e mi mostri orgogliosa un vecchio spartito
mi racconti di storie di un lontano passato
di quanto maledetto con te sia stato il fato
e mentre mi racconti di quello che è stato
mi accorgo che una lacrima il tuo viso ha solcato
mi sveglio, son desto con il viso bagnato
è solo un ricordo del mio primo passato
è solo un ricordo di chi non vedrò più
sei stata la stella della mia gioventù